Gli URL sono degli indicatori testuali che specificano su Internet l’indirizzo di una data risorsa e sono solo uno dei molteplici fattori di ottimizzazione SEO che i motori prendono in considerazione.
Il loro “peso” all’interno del processo di indicizzazione e ranking è relativo, tuttavia ci sono diverse linee guida che ne permettono l’ottimizzazione e li rendono URL SEO friendly. Ovvero, URL che “piacciono” ai motori di ricerca.
Ma cominciamo dalle basi.
URL è l’acronimo di Uniform Resource Locator, ovvero un “localizzatore” di risorse sulla Rete. Per Risorse si intendono pagine web, file, immagini, video e tutto ciò che è presente online.
L’URL, inoltre, specifica anche come recuperare tale risorsa, ovvero il “protocollo”: HTTP, HTTPS, FTP e altri.
Più genericamente, un URL è una stringa di caratteri che porta il browser di un utente in un “luogo” specifico, che sia la home page di un sito o una una pagina interna.
I seguenti sono tutti esempi di URL:
Non esiste un limite di lughezza ufficiale, tuttavia perché siano supportati da tutti i browser, gli URL devono essere più corti di 2084 caratteri.
In linea generale, un limite de facto che è possibile desumere dalle specifiche dei vari browser è intorno ai 2000 caratteri.
Un formato ottimale di un URL contiene le keyword per cui ci si vuole posizionare, gerarchicamente organizzate per cartelle separate da “/” che a loro volta contengono le keyword di categoria.
Esempio:
htttps://www.dominio.com/categoria-keyword/sottocategoria-keyword/keywordprimaria.html
Un URL, per dirla in modo semplice, è del testo leggibile da un essere umano che ha come compito quello di sostuire le stringhe numeriche (indirizzi IP) che i computer usano per comunicare con i server.
Come detto più sopra, identificano anche la struttura gerarchica di un sito web a livello di architettura delle informazioni.
Un URL è composto da protocollo, nome di dominio e percorso. Quest’ultimo include generalmente anche la struttura di cartelle in cui è contenuta una data pagina.
Questo il formato di base:
protocollo://nome di dominio.estensione/percorso
Il protocollo indica come un browser dovrebbe trovare le informazioni su una risorsa. Lo standard web è http:// o https:// (la “s” aggiuntiva sta per “secure”, ovvero protocollo sicuro per quanto riguarda il trasferimento dati), ma ci potrebbero essere anche stringhe come ftp: (per il trasferimento di file) o mailto: (per aprire il client di posta elettronica) o IMAP: e POP3: (per la gestione della posta da un client).
Il nome di dominio (o hostname) è l’indirizzo di una specifica posizione in cui si trova una risorsa. Ad esempio in www.avantgrade.com il nome di dominio è “avantgrade”.
L’estensione (o top level domain) è qualcosa che funge da catalogazione di un sito. Ad esempio in www.avantgrade.com il top level domain è “.com”.
Il più famoso di tutti è ovviamente il “.com”, tuttavia ci sono tantissime estensioni utilizzate sul web che, di solito, danno già un’idea del tipo di sito a cui sono associate. “.edu” per i siti legati all’educazione, “.gov” per i siti governativi”, “.org” per organizzazioni, “.it” per i siti italiani o rivolti a un pubblico italiano e così via.
Infine, gli URL contengono anche delle cartelle specifiche, parametri (per i tracciamento dei click o delle sessioni) e àncore, ovvero indicazioni di solito legate agli hash “#” che permettono a un utente di saltare ad una sezione specifica di una risorsa (per l’indice di questo articolo, ad esempio, abbiamo usato proprio gli hash).
I benefici dell’ottimizzazione SEO degli URL sono diversi e, anche se non garantiranno un posizionamento privilegiato nei risultati di ricerca, daranno comunque il loro contributo relativamente a un generale miglioramento per utenti e motori.
Un primo ambito di beneficio è l’esperienza utente, visto che un URL curato fornisce una chiara indicazione dell’argomento della pagina di destinazione. Si dice in questo caso che un URL è “parlante”, ovvero rende bene l’idea della destinazione a cui punta.
Anche se il titolo della pagina fosse nascosto, un indirizzo sensato e semanticamente accurato darebbe comunque una chiara idea di cosa troveremo nella sua destinazione. Un click su URL come https://www.avantgrade.com/digital-marketing-services/digital-strategy indica cosa un utente troverà nella pagina finale, giusto?
Va detto che Google sta sistematicamente rimpiazzando gli URL nei risultati di ricerca con i breadcrumb, o “briciole di pane”, soprattuto in ambito mobile ma anche in quello desktop.
Per quanto riguarda l’indicizzazione, gli URL sono un fattore di ranking poco influente quando i motori valutano la rilevanza di una pagina rispetto a una parola chiave di ricerca.
Usare le keyword in questo campo, tuttavia, concorre a dare un piccolo contributo all’ottimizzazione generale della pagina stessa: ci possono essere miglioramenti in termini di visibilità, ma di solito gli URL non hanno un grosso impatto sulla buona indicizzazione di una pagina.
Il consiglio dunque è di tenerne conto, ma non creare URL inutili solo per includere una data keyword al loro interno.
URL ben scritti servono anche da anchor text sensato quando vengono copiati e incollati sui social, sui blog, nei forum o altrove.
Per esempio su Facebook gli indirizzi vengono lasciati così come vengono condivisi e, se quest’ultimi non sono formattati accuratamente, possono non invogliare al click.
Ecco un esempio virtuoso:
Ecco invece un esempio poco ottimizzato:
Includere determinate parole in un URL, inoltre, può far aumentare la possibilità che il tuo sito si posizioni per i termini scelti.
Se ti interessa una valutazione di questo e altri parametri SEO, contattaci: i nostri esperti sapranno consigliarti al meglio.
Per scrivere e diffondere URL ottimizzati per utenti e motori di ricerca, ecco i nostri consigli.
Bene, ora sai tutto ciò che va fatto per rendere SEO Friendly i tuoi URL. Se questo articolo ti è piaciuto e l’hai trovato utile, condividilo!