L’online marketing presenta numerosi vantaggi: è estremamente flessibile, si declina in molteplici strumenti ed è in grado di misurare ad ampio spettro il comportamento degli utenti. Le strategie di remarketing, che rientrano in quest’ultimo campo, consentono di servirsi della pubblicità online in modo mirato, con ottime potenzialità in termini di conversioni e ROAS (Return on Advertising Spend).
Vediamo, dunque, cos’è il remarketing, quali sono i suoi vantaggi e come funziona sulla piattaforma Google Ads.
Il remarketing consente di intercettare nuovamente utenti che hanno visitato il nostro sito web o usato la nostra app senza effettuare una conversione. Con tale termine, si intende un acquisto, la compilazione di un form, l’iscrizione a una newsletter, il download di un file o qualsiasi altro evento che rappresenti il raggiungimento dei nostri obiettivi di marketing.
Con l’attivazione di annunci di remarketing, per esempio, un utente che abbia visitato il nostro eCommerce senza effettuare alcun acquisto potrebbe tornare a visualizzare i nostri contenuti pubblicitari, mentre naviga sui siti della rete display di Google, o sulla rete di ricerca per termini correlati alla nostra attività.
Soprattutto quando si parla di prodotti o servizi high ticket, difficilmente un utente effettua un acquisto durante il primo accesso a un sito web che non conosce. I motivi possono essere di diversa natura: sta ancora facendo una selezione tra i vari fornitori del prodotto/servizio di proprio interesse, vuole raccogliere più informazioni, non è pronto alla conversione oppure è diffidente rispetto a un brand che ha appena scoperto.
Al contrario, quando si tratta di un’emergenza, in genere gli utenti sono inclini a compiere conversioni in modo meno ponderato. Per esempio, se rimaniamo con l’auto in panne, magari nel cuore della notte, il nostro interesse prioritario è trovare un servizio carroattrezzi nel più breve tempo possibile (quindi, difficilmente ci metteremo a confrontare in modo puntiglioso le varie offerte e tariffe sul web).
In tutti gli altri casi, gli utenti tendono sempre a:
Il customer journey, soprattutto quando si tratta di prodotti costosi, può essere lungo e complesso. Se un utente non effettua da subito una conversione sul nostro sito, non dipende necessariamente dal fatto che ci ha scartato in modo definitivo. Per questo motivo, il remarketing può essere uno strumento molto efficace e presenta numerosi vantaggi. In primis ci permette di rivolgerci a persone che, in qualche modo, non sono totalmente “fredde” perché sanno già qualcosa di noi.
Tra i principali vantaggi del remarketing su Google Ads possiamo evidenziare:
Creare elenchi per il remarketing su Google Ads è abbastanza semplice e non richiede particolari conoscenze tecniche. Si tratta, infatti, di inserire sul sito una porzione di codice che tiene traccia degli utenti che vi sono approdati. Partendo dai dati raccolti anonimamente, sarà possibile costruire delle audience mirate alle quali proporre contenuti pubblicitari ad hoc.
Lo stesso Google Ads crea elenchi predefiniti per il remarketing. I più diffusi sono quelli relativi a tutti i visitatori del sito e agli utenti che hanno effettuato conversioni (ovviamente, in tal caso la condizione essenziale è che vi sia, a monte, un monitoraggio delle conversioni).
Nella creazione di tali elenchi, si possono anche settare regole personalizzate. È possibile includervi, per esempio, potenziali clienti che hanno visitato una determinata pagina o che hanno compiuto una specifica azione sul nostro sito. Per evitare, inoltre, di targettizzare persone che hanno avuto un contatto ormai remoto con noi, si possono stabilire regole relative alla permanenza di un utente nelle liste.
Per poter attivare gli annunci di remarketing, gli elenchi di riferimento devono essere sufficientemente ampi. La piattaforma richiede almeno 1.000 utenti per la rete di ricerca e 100 per quella display. In entrambi i casi, devono essere stati attivi nei passati 30 giorni.
Una strategia di advertising su Google Ads che può rivelarsi efficace è quella di creare campagne distinte, tra cui inserire, una volta popolati i vari elenchi, anche quelle di remarketing. Gli strumenti di monitoraggio e statistica della piattaforma ci consentono, poi, di tenere sotto stretto controllo performance, costi e tassi di conversione.
Nella creazione degli elenchi per il remarketing, Google Ads offre agli account che hanno raggiunto specifici standard in termini di qualità e performance anche un’altra opzione. Si tratta della possibilità di caricare elenchi di utenti raccolti autonomamente (per esempio, una lista di email di clienti già in nostro possesso).
Strutturati gli elenchi di riferimento, possiamo servircene per inviare offerte, annunci, banner, video, alla potenziale clientela. Anche la parte delle creatività va pianificata con cura in relazione al target/elenco prescelto. Il successo di una campagna di marketing è sempre legato alla capacità di selezionare il target, di veicolare un messaggio specifico e di farlo nel momento giusto.
Per informazioni più dettagliate su come configurare, passo dopo passo, una campagna di remarketing, puoi fare riferimento anche alla guida Google Ads.
Possiamo sintetizzare le modalità di remarketing su Google Ads in 5 modelli:
Lo strumento del remarketing può risultare molto efficace, perché ci consente di massimizzare conversioni e investimenti nelle campagne pubblicitarie. Non è, ovviamente, a solo appannaggio di Google Ads, ma andrebbe utilizzato anche su altre piattaforme per favorire la crescita del proprio business online (per esempio, su Facebook).
Anche sul fronte del remarketing, strategia e configurazione delle campagne si rivelano essenziali. Se si lavora bene, i risultati possono essere eccellenti in termini di “recupero” utenti, promozione di offerte, notorietà del brand.
Se vuoi saperne di più su come beneficiare del remarketing, fissa una call e parlaci del tuo business: saremo felici di aiutarti a ottenere i migliori risultati. Articolo scritto in collaborazione con Francesco B.