Dopo l’esplosione di ChatGPT 3, si è acceso un forte dibattito nella comunità SEO riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale per il content marketing e sull’accettabilità dal punto di vista di Google di questi contenuti. La domanda che molti si fanno è: Google penalizza i siti che ospitano contenuti creati con l’intelligenza artificiale, come ChatGPT?
Ora che lo strumento di intelligenza artificiale del momento si è ulteriormente evoluto (è uscita proprio in questi giorni la nuova versione ChatGPT-4), conoscere la risposta a questa domanda diventa sempre più centrale. Analizziamo insieme la situaizone.
Il portavoce di Google Search, John Mueller, afferma che i contenuti generati automaticamente con strumenti di scrittura AI sono considerati spam, secondo le linee guida per i webmaster del motore di ricerca (lo avevamo visto anche nell’ultimo Helpful Content Update). L’argomento è stato affrontato durante una sessione di SEO office-hours di Google Search Central in risposta a una domanda sugli strumenti di scrittura basati sull’intelligenza artificiale GPT-3 e successive versioni.
Sebbene Mueller affermi che i contenuti scritti da AI rientrano nella categoria dei contenuti autogenerati (quindi ciò potrebbe portare a una penalizzazione SEO) ci sono alcune cose da considerare prima di trarre conclusioni affrettate:
Facciamo ordine partendo dalla risposta di Mueller alla domanda su come Google vede l’uso di questi strumenti.
“I contenuti generati automaticamente sono contrari alle Linee Guida per i Webmaster di Google. Indipendentemente dagli strumenti utilizzati per crearli, i contenuti scritti da macchine sono considerati generati automaticamente e la posizione di Google sui contenuti autogenerati è sempre stata chiara: penalizzazione manuale!”
Anche Danny Sullivan parla del tema in un recente Tweet e si focalizza sull’intento del contenuto: se il target primario sono i motori di ricerca allora c’è un problema.
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Siamo però certi che Google possa rilevare i Contenuti Generati da AI, capendo la differenza tra i contenuti scritti da esseri umani e quelli scritti da macchine?
Le risposte sono come al solito vaghe: Mueller non afferma che Google possa rilevare automaticamente i contenuti scritti da AI. Tuttavia, se il team di webspam di Google dovesse trovarli, sono autorizzati ad agire su di essi.
Facendo ulteriori ricerche, abbiamo scoperto un controllore di testi creati con GPT (GPT-2 Output Detector Demo), utilissimo per verificare se il contenuto che vogliamo ospitare nel sito web sembra essere stato scritto da un essere umano o da un robot.
Partiamo da un punto fermo: ad oggi crediamo che gli algoritmi di Google non siano in grado di rilevare automaticamente i contenuti generati da modelli linguistici come GPT-3 e 4, soprattutto se questi testi sono costruiti con una certa percentuale di re-editing.
Resta comunque un fatto importante: la qualità umana dei contenuti conta ancora dal punto di vista marketing e SEO. Quindi a nostro parere ChatGPT può essere usato solo come strumento per migliorare l’efficienza nella preparazione e scrittura di contenuti, nella generazione di idee, ma non è lo strumento corretto a cui delegare completamente il lavoro.
Alla base del contenuto di qualità resta il cervello umano, affiancato (non sostituito) dall’intelligenza artificiale. Se lavori per un brand importante, continua a mantenere un alto livello di tocco umano nei contenuti che crei, sempre che il tuo obiettivo sia quello di ottenere contenuti di alta qualità.
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