Il comportamento dei consumatori cambia regolarmente e, in alcuni casi, in modo piuttosto drastico. Ecco perché una ricerca di keywords è sempre utile.
Lo abbiamo visto tutti quest’anno, quando gli eCommerce online hanno registrato un vero e proprio boom causato dal lockdown.
Certo, si tratta di un caso eccezionale che speriamo non si ripeta, tuttavia l’impatto dell’emergenza sanitaria non ha fatto che rendere ancora più evidente quello che già si sapeva: gli intenti di ricerca e di acquisto non sono immutabili, anzi.
Ecco perché, quando si conduce una ricerca di parole chiave con finalità SEO e di mappatura del mercato, conoscere come si muove il consumatore online diventa fondamentale.
Ci sono dunque due approcci da combinare in questo processo: uno di “scouting” e uno più “storico”.
Il primo è volto a scoprire nuovi insight per produrre contenuti rilevanti e al passo con quello che potremmo definire “new normal”, ovvero la “nuova normalità”.
Il secondo approccio, invece, va a cercare insight più ricorrenti o influenzati dall’andamento stagionale delle ricerche.
In ogni caso dobbiamo tenere ben presente un concetto: alla fine ci troveremo davanti a un discreto volume di numeri, grafici e statistiche, ma dietro a tutto questo ci sono sempre degli esseri umani, che si comportano da… esseri umani.
Può sembrare banale, ma nel digital marketing capita di venire travolti da una montagna di cifre e di dimenticarsi della nostra natura “organica”.
La raccolta dati di per sé, poi, è un attività poco efficace se poi non si prendono decisioni strategiche corrette: per questo, la cara vecchia esperienza di un esperto SEO è ancora un requisito fondamentale perché il tutto porti dei risultati.
Ecco dunque una raccolta di strumenti e siti utili per testare il polso dei consumatori, assieme ad altri tool gratuiti per lavorare contemporaneamente sulla ricerca di keyword più classica.
Cominciamo!
Google ha lanciato la piattaforma a maggio 2020, in piena era Covid, per farci capire:
Ad esempio, fra le categorie più di successo nell’ultimo anno in Italia troviamo:
Ci trovi forse un leitmotiv? Sì, sono tutte categorie in qualche modo legate alla situazione sanitaria: per vacanze in solitudine (e sicurezza), per non diffondere il virus, per conservare il cibo già pronto, per “consolarsi” e per passare il tempo.
Mese su mese invece troviamo:
Cosa ti suggeriscono queste categorie? Facile, la ripresa della scuola (o “back to school“, come diciamo sempre più spesso).
Insomma, se la tua azienda o i tuoi clienti vendono questi prodotti, c’è una bella occasione per cavalcare un evidente trend di mercato.
Anche con pagine e contenuti SEO-oriented per soddisfare l’intento di acquisto.
Lanciato a marzo 2020, questa pagina di Google Trends dedicata al virus mostra come ci sia stato un comprensibile picco di ricerca sull’argomento da fine febbraio fino a maggio.
Da quel momento in poi la tendenza si è un po’ fermata, con una piccola ripresa ad agosto quando il clima vacanziero ha portato ancora alla ribalta il contagio.
Resta comunque un argomento di sicuro interesse per l’opinione pubblica, il che influenza non poco anche le abitudini di ricerca e acquisto.
Quante piscine da giardino sono state vendute questa estate, secondo te?
Chissà come mai? (Domanda retorica).
In questi (e potenzialmente altri) tempi di incertezza, la raccolta di risorse organizzata da Google per aiutare le attività in difficoltà è un vero e proprio tesoro di idee e consigli.
Nella sezione “Insight”, poi, troviamo pagine tematiche su “Customer Journey” e “Tendenze di consumo”, in cui numerosi articoli osservano fenomeni e trend di ricerca per l’Italia e non solo.
Insomma, vista la base di dati a disposizione di Google, conviene sempre dare un’occhiata agli Insight, che possono anche tradursi in ricerche completamente “inedite” online.
Inutile dire che farsi trovare pronti a livello SEO può portare vantaggi enormi sulla concorrenza.
Market Finder è stato lanciato da Google nel 2017, ma è tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi mesi.
Perché? Semplice, con una grande quantità di aziende che si sono rivolte all’online per continuare a fare business è emersa anche la necessità di trovare nuovi mercati da aggredire.
E Market Finder fa proprio questo.
Inserendo un semplice URL e partendo da categorie di mercato definite, Google ci suggerisce dove sono le principali possibilità di espansione nel mondo.
Sembra che in USA, Francia e Germania ci sia parecchio spazio di manovra per il digital marketing.
Buono a sapersi.
Il servizio ha esordito nel 2012 come Google Consumer Insights, per poi cambiare nome in Google Surveys nel 2016.
È uno strumento molto classico come approccio di marketing, ma non per questo meno utile.
Surveys raccoglie dati da sondaggi e domande scritti da te, che vengono proposti alle persone mentre navigano su Internet.
Tutti coloro che risponderanno riceveranno l’accesso a contenuti premium o credito su Google Play. Anche chi pubblica contenuti e veicola i sondaggi viene pagato.
Infine, Google organizza i dati in una semplice interfaccia online.
Il vantaggio di utilizzare Surveys è evidente: risposte vere, di prima mano, da persone che decidono di svelarti ciò che vuoi sapere.
Le keyword research aiutano ad ottimizzare titoli e altri tag sulla pagina, ma con Surveys puoi assicurarti che il contenuto di una landing page sia in linea con ciò che l’utente si aspetta.
Più intento di ricerca di così…
Va detto che il servizio non è gratis, quindi perdonami se l’ho incluso nell’elenco, però sappi che è davvero economico: si parte da 0,10 dollari per sondaggio completato, per salire con l’aumento del numero di domande, opzioni demografiche e altro.
Google Trends è lo strumento più “anziano” di tutti: nato nel 2005, spesso viene snobbato dagli esperti SEO perché non offre dati sui volumi di ricerca.
Trends, infatti, indica più la frequenza di ricerca legata a parole chiave, argomenti, persone e molto altro.
Gli insight che offre coprono tendenze di ricerca quasi in tempo reale, il che è fondamentale quando vanno prese decisioni strategiche.
Facciamo un esempio.
Cercando le parole chiave “migliore” e “economico” dal 2004 a oggi, è possibile notare un trend molto interessante.
Analizzando l’andamento delle ricerche, è facile notare come la ricerca attorno all’aggettivo “migliore” abbia superato quella relativo all’aggettivo “economico”.
Il suggerimento di marketing è semplice: le persone vogliono il meglio, prima di guardare al prezzo.
E un bravo esperto SEO probabilmente ha creato già decine di contenuti sul “miglior prodotto” da acquistare.
Perchè? Perché gli utenti cercano quello.
Keyword Generator è uno strumento gratuito di Ahrefs, che fondamentalmente permette di usare liberamente le sue funzionalità di ricerca di parole chiave, fino a un certo limite.
Il tool offre un massimo di 100 keyword con corrispondenza a frase e domande correlate attorno a una data query digitata dall’utente: possiamo consultare il volume mensile e la “keyword difficulty” secondo Ahrefs, ovvero la difficoltà da 0 a 100 per posizionarsi da a livello di backlink. Più è vicino a 100, più backlink servono.
Il tool offre anche la ricerca su Bing, YouTube e Amazon, geolocalizzando il tutto su oltre 170 paesi.
Keyword Sheeter estrare migliaia di parole chiave da una fonte piuttosto autorevole: Google Autocomplete.
Basta inserire la keyword generica (seed keyword) per ottenere tantissime parole chiave in poco tempo: circa 1000 al minuto, esportabili in un click.
Chiariamoci, è uno strumento molto basico che non offre volumi di ricerca o trend, tuttavia mette a disposizione due utili filtri: uno positivo e uno negativo.
Quello positivo include le query con la parola indicata, mentre quello negativo fa l’opposto. È facile, dunque, eliminare tutto ciò che è irrilevante dal nostro elenco.
Answer the Public è uno strumento molto noto, con un’interfaccia davvero curata e “trendy”, che genera un discreto volume di query a partire da una keyword generica.
Il tool trova domande, preposizioni, comparazioni, query correlate e query correlate ordinate in ordine alfabetico.
Lo strumento dovrebbe basarsi (non è chiaro) su Keyword Planner e Autocomplete di Google e tutti i dati sono esportabili in un file CSV.
Ci sono dei limiti di ricerca giornalieri, ovviamente, ma per interrogazioni “casual” la versione free va più che bene.
Google Search Console è l’alleato (non troppo) segreto di ogni esperto SEO: la piattaforma infatti permette di tracciare tantissimi dati di performance organica su Google relativi a un dato sito (e ai suoi contenuti).
Questo, in parole povere, significa che mostra un mucchio di informazioni sulle keyword per cui sei già posizionato.
Cliccando su “CTR media” e “Posizione media”, poi, possiamo vedere il posizionamento organico medio e il click-through-rate di ogni keyword.
Già solo questo ha un’enorme utilità.
Da questo report, possiamo ad esempio isolare le keyword ad alto volume di impression e basso volume di click. Se la posizione media è buona, forse lo snippet che appare nei risultati di ricerca non è abbastanza efficace nello stimolare il click: lavorando su title e meta description, possiamo provare a migliorare la situazione.
Ma come trovare nuove keyword con Search Console?
Ordina il report per CTR, dal più basso al più alto: di solito questo mostra delle keyword per cui sei posizionato, ma che non probabilmente non hai preso di mira direttamente.
Se tra queste parole chiave ne trovi alcune con molte impressioni e basso CTR, potrebbe valere la pena presidiarle con una nuova pagina ottimizzata.
Ad esempio, con il blog di AvantGrade siamo presenti in prima pagina su Google per la query “regole youtube”.
La ricerca però non ha generato click negli ultimi tre mesi, ma è facile capire perché.
Provando a verificare il posizionamento per quella parola chiave, notiamo che il contenuto in SERP è una nostra notizia circa un cambiamento delle regole di YouTube, datata luglio 2019.
Si tratta di un articolo rilevante solo in parte con questa parola chiave, a cui rispondono in posizione più alta pagine ufficiali di Google e altri contenuti più completi sulle regole di YouTube.
Realizzando un contenuto più approfondito e generale sulle linee guida della piattaforma, potremmo forse posizionarci meglio.
Gli strumenti di ricerca keyword gratuiti sono utili e sì, possono suggerire delle parole chiave interessanti sia per la SEO che per la SEM.
Va detto che questa attività di raccolta dati richiede molto tempo e risorse, tempo che potresti impiegare per creare contenuto o per la link building.
Il tempo è denaro, come si dice, ed è sempre meglio non sprecarlo.
Ecco che, allora, l’aiuto di un consulente esterno ti permette di risparmiare denaro e ottenere risultati migliori, in meno tempo.
Per farla breve: gli strumenti gratuiti vanno bene se stai cominciando a esplorare le tue potenzialità SEO, ma più il tuo sito cresce e più avrai bisogno di alzare l’asticella.
Quando questo momento arriverà, contattaci e metteremo il turbo alla tua SEO:
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